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Simone Ferrari D.O.

Manipolazione articolare: lo "sblocco" che tanto piace quanto terrorizza

Aggiornamento: 26 mar 2020


Quante volte ti sei rivolto all’Osteopata, al Chiropratico o al Fisioterapista perché ti sentivi “bloccato”?

Con la schiena dopo un movimento brusco o magari la spalla dopo una lunga partita a tennis?!

Come terapisti manuali all’interno del nostro “arsenale” abbiamo diversi metodi di approccio, diverse tecniche che possiamo utilizzare in base alle esigenze di ogni singolo caso. Tra queste troviamo le tecniche articolari dirette, ovvero quelle che agiscono sull’articolazione con una manovra ad alta velocità e bassa ampiezza, migliorandone istantaneamente la mobilità.

Ogni volta che avverti quel “crack” durante il trattamento che tanto ti piace, significa che sei stato manipolato con una di queste tecniche. A molti piace, perché da un senso di libertà, di maggior mobilità come in effetti è lo scopo della manovra.


Altre persone invece non amano questo tipo di approccio, anzi…lo temono proprio; la paura deriva dalla possibilità che ci possano essere delle conseguenze negative per la propria salute.

Parliamo di questo: entriamo un po’ più nell’argomento e cerchiamo di spiegare con parole semplici “come, quando e perchè” vengono eseguite queste tecniche.

Come abbiamo detto, l’obbiettivo è aumentare la mobilità delle strutture che andiamo a manipolare per ottenere un miglioramento della sintomatologia, ma non in tutti i casi possiamo applicarle; vi sono delle precauzioni e delle controindicazioni da rispettare.

Vediamo quali:

_Dolore: quando il paziente sente male, ha dolore importante è meglio non stressare ulteriormente le strutture.

_Paura: quando il paziente ha paura si irrigidisce e la tecnica diventa più impegnativa da eseguire, sia per l’operatore sia per il paziente che non è psicologicamente favorevole.

_Patologie/lesioni articolari: nel caso in cui gli esami diagnostici evidenzino alterazioni strutturali come osteofiti importanti, discopatie voluminose, fratture recenti o in corso, tumori, metastasi tumorali, stenosi midollare sintomatica, forme di radicolopatie e siringomielia.

_Età del paziente: nelle persone che presentano un’osteoporosi grave, quindi con una bassa densità ossea.

_Patologie reumatiche: in alcune forme di artrite ad esempio l’artrite reumatoide non è consigliato applicare queste tecniche perché si potrebbe creare un’ulteriore infiammazione sinoviale, quindi parte dei tessuti che circondano l’articolazione.

Questi principalmente sono i casi in cui va evitata/limitata la manipolazione diretta, con le dovute eccezioni, perché si potrebbe essere nocivi al paziente.

Quando non ci troviamo di fronte a questi quadri clinici, esse possono essere tranquillamente adoperate perché risultano essere molto efficaci nel trattamento di diversi disturbi come:

_cervicalgie

_dorsalgie

_lombalgie

_dolori articolari generici (spalla, gomito, polso, mano, bacino, anca, ginocchia, piede)

_ernie del disco

_cervico-brachialgie

_sciatalgie

_cruralgie

_cefalee cervicogeniche

Insomma, sono molti i benefici che si possono ottenere attraverso la manipolazione.


In alternativa vi sono altre tecniche che il terapista può utilizzare per mobilizzare l’articolazione in maniera più dolce, come le tecniche ad anergia muscolare e le tecniche fasciali, perciò per qualsiasi dubbio o appunto comunica con lui: se ci sono manovre di cui hai paura o senti dolore esponilo!! Non c’è bisogno di stare sul lettino stringendo i denti e sopportando qualsiasi cosa ti venga sottoposta. Il terapista deve essere bravo a capire le esigenze del paziente instaurando una buona “comunicazione”, facendo gioco di squadra in modo da essere il più efficace possibile. Questo è possibile però anche grazie all’aiuto del paziente.

In ogni caso, le manipolazioni articolari se eseguite da terapeuti qualificati nella maniera corretta non comportano nessun tipo di rischio, sono assolutamente sicure. E’ importante fare diagnosi differenziale da parte del terapeuta, quindi capire grazie alla relazione medica, agli esami strumentali e all’anamnesi del paziente quando eseguire e quando NON eseguire queste tecniche.

Concludendo

E’ un approccio molto utile perché fornisce un’immediata miglioria nella mobilità, sono manovre molto utilizzate in terapia manuale e molto efficaci se adoperate correttamente.

Non hai nulla di cui temere, se il tuo operatore è qualificato sa sicuramente le modalità di esecuzione corrette e le giuste precauzioni da seguire.

Nel caso in cui comunque non ti senti tranquillo, dialoga e insieme al terapeuta trovate un altro approccio.

Spero di esserti stato utile. Se hai domande in merito commenta qui sotto e se ti è piaciuto condividi.

Alla prossima

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